
La filosofia, la linguistica e le scienze cognitive negli ultimi decenni hanno valorizzato la metafora come dispositivo del linguaggio e del pensiero che mette in opera diverse facoltà (intelletto, immaginazione, intuizione), forme di conoscenza (sapere concettuale ed esperienza embodied), funzioni del linguaggio (cognitive, creative, espressive). Tra le prospettive che è possibile adottare, la interaction view proposta da Max Black risulta ancora efficace a chiarire la complessità della metafora: per la concezione interattiva, la metafora è costruzione di relazioni (associazioni, analogie), selezione (la metafora agisce come filtro), riflessione (in quanto ferma l’attenzione sui significati delle parole), istituzione di nuovi significati e allo stesso tempo espressione di intuizione (insight).
Questa lettura complessa della metafora aiuta a inquadrare e spiegare la molteplicità di fattori coinvolti nella sua comprensione e produzione. Gli studi mettono in luce che la metafora mette in gioco processi di analisi e sintesi, abilità inferenziali e comparative: comprendere e produrre metafore, specialmente quelle più “creative”, richiede la mediazione dei significati su un piano intersoggettivo e uno specifico esercizio dell’intuizione e dell’immaginazione.
Secondo queste premesse, la metafora può diventare una risorsa per educare il pensiero critico inteso come competenza trasversale complessa, pienamente “filosofica” e non meramente formale. È possibile rendere strategico l’esercizio critico che essa richiede progettando pratiche educative trasversali e adeguate ai diversi gradi scolastici: per la prima infanzia, ad esempio, sperimentare la produzione di metafore visive come esercizio creativo per educare l’attenzione e la capacità di distinguere e associare i significati e i linguaggi; per il primo ciclo, valorizzare la metafora come strumento immaginativo a sostegno del processo di apprendimento; nel secondo ciclo, analizzare le metafore nei discorsi come chiave per riconoscere premesse e implicazioni sottese agli argomenti ed esercitare il loro utilizzo nelle pratiche di discussione, per l’esplicazione, l’articolazione e la mediazione dei significati.
Inoltre, per l’efficacia di queste pratiche, diventa necessaria una formazione rivolta ai docenti, nella quale l’importanza di un’attenzione strategica verso le metafore venga giustificata tanto in termini filosofici quanto nel quadro dell’apprendimento orientato alle competenze. Tale formazione può mostrare come diventi possibile valorizzare la metafora nell’apprendimento delle singole discipline (anche scientifiche), utilizzandola come strumento di valutazione degli apprendimenti, capace di evidenziare concezioni e misconcezioni implicite, allo scopo di guidarne il superamento. Questo obiettivo formativo diventa funzionale a una finalità più ampia, cioè approfondire la complessità dello stesso pensiero critico, restituendogli un senso pienamente filosofico nell’unione tra aspetti cognitivi e creativi.
Autori principali
Max Black, Hans Blumenberg, Mark Johnson, George Lakoff, Paul Ricoeur.
Riferimenti bibliografici
Max Black, Metaphor, «Proceedings of the Aristotelian Society», 55, 1954-1955, pp. 273-294.