Tra le proposte del Progetto di Eccellenza (2023-2027) del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia vi è la creazione di un Laboratorio sul pensiero critico, di taglio filosofico anche se in un’ottica di dialogo permanente con le altre discipline presenti nel Progetto di Eccellenza (in particolare pedagogia, storia, letteratura). Con “pensiero critico” non si intendono qui tanto le forme applicative del pensiero filosofico in vista di soluzioni funzionalistiche a problemi organizzativi (critical thinking, design thinking ecc., cioè nella forma del problem solving), quanto l’insieme dei caratteri meta-riflessivi del pensiero filosofico, capace di costruire un’analisi complessa del nesso analfabetismi-competenze nella contemporaneità, facendo interagire questioni di metodo, singolarità degli oggetti di studio e pluralità dei linguaggi e dei contesti (con differenti punti di osservazione).
Avendo come sfondo i temi e i problemi del Progetto di Eccellenza intorno ai nessi complessi tra nuovi analfabetismi e sviluppo delle competenze, il Laboratorio si propone di promuovere analisi teoretiche, riflessioni filosofico-politiche e azioni didattiche sperimentali di educazione alle capacità argomentative e interpretative (riguardo a testi, immagini e contesti), ai valori di cittadinanza e ai principi del dibattito democratico, in modo da sottolineare l’importanza di uno spazio pubblico non polarizzato ma, al contrario, costituito da un’opinione pubblica consapevole.

Infatti, negli ultimi decenni, nelle società occidentali, si sono realizzate importanti trasformazioni della sfera pubblica derivanti da più fattori: tra questi, l’indebolimento della partecipazione politica organizzata in corpi intermedi (il passaggio dalla democrazia dei partiti alla democrazia del pubblico, fino alla democrazia dei social media), l’avvento del digitale e dei social media, la perdita di autorità delle tradizionali agenzie sociali e formative (scuole, partiti, chiese, ecc.) a favore di nuove modalità comunicative, costituite soprattutto da immagini digitali che, tuttavia, spesso non vengono comprese e interpretate correttamente. Tutto ciò ha fatto sì che il dibattito pubblico oggi sia sempre più simile a un “collage” nel quale confluiscono, in modo incontrollato, voci ufficiali, opinioni personali, affermazioni militanti, fake news, teorie scientifiche, rivendicazioni di gruppi “particolari” e annunci pubblicitari. Vediamo così emergere nuove forme di analfabetismo culturale che mettono in crisi la qualità dell’opinione pubblica e, di conseguenza, della tenuta democratica (che può dirsi tale solo in presenza di cittadini informati, capaci di comprendere la diversità culturale e aperti alla discussione razionale e argomentata).
Diversamente dal passato, oggi gli analfabetismi non consistono solo in una mancanza di conoscenze causata da povertà sociale e educativa (scarsità di risorse economiche, dominio del principio di autorità ecc.) perché la diffusa disponibilità di beni, l’esistenza di strutture democratiche e l’accesso a internet permettono – almeno in linea di principio – di avere possibilità di conoscenza e di consapevolezza critica mai conosciute nella storia. Nonostante ciò, nelle nostre “società dell’abbondanza” proliferano gli analfabetismi riguardanti le principali competenze di base (quali la capacità di comprendere criticamente testi, immagini, eventi e contesti, oppure la capacità di comprendere l’alterità nella sua specificità morale). Questa situazione dipende sicuramente da fattori strutturali (relativi alle dinamiche circolari di produzione-consumo che determinano forme inedite di creazione del consenso sociale e politico) ma anche da fattori individuali (scarso esercizio delle capacità di approfondimento critico, delle capacità di cogliere il valore di differenti pratiche/contesti e dell’immaginazione morale) sui quali il Laboratorio intende offrire elementi di analisi, riflessione e azione riguardo all’interpretazione di testi, contesti e immagini che caratterizzano la contemporaneità utilizzando gli strumenti delle diverse discipline.
Per superare gli analfabetismi e recuperare una dimensione virtuosa delle società democratiche, pertanto, è necessario recuperare forme di pensiero critico, che passano attraverso l’educazione delle capacità individuali all’argomentazione razionale, all’ascolto delle ragioni e degli affetti dell’altro, alla comprensione complessa delle immagini verbali e visuali, all’interpretazione dei testi e dei contesti in chiave sincronica e diacronica.